Villa del Rio è circondata da antiche mura medievali, sul lato terra, di 2 m. di spessore e 6 di altezza, ma non rimodernate per sostenere il bombardamento d'artiglieria. Solo davanti alla porta, punto più debole della cinta muraria, è stata costruita una ridotta, ove è possibile piazzare fino a una batteria e un battaglione. Dal lato del fiume, invece, la difesa è costituita da un muro sottile (copertura leggera) costruito nel  XVIII secolo. Il ponte che dalla cittadina attraversa il fiume, è protetto sul lato sinistro del fiume da una ridotta che può contenere fino a una batteria e un battaglione. Il ponte è stato minato dagli Spagnoli e può essere fatto saltare in qualsiasi momento dalla guarnigione sita in città.
La sierra è alta, boscosa e scoscesa, non transitabile a cavalleria e artiglieria, se non dalla strada. È tuttavia transitabile da fanteria in ordine aperto, e vale come terreno difficile e boscoso. Su ciascun lato del fiume (verso E, lato di entrata dei Napoletani), si ergono due piccole colline dolci di circa 10 m di altezza, che permettono, secondo la regola 9.4, il "Tiro al di sopra di altre unità" (pag.13 Ordre Mixte).
Il fiume è guadabile in un punto che è noto solo all'Arbitro e al Guerrigliero Spagnolo.
Il terreno è secco e permette il tiro d'artiglieria en ricochet (penetrazione; regola 9.8, pag.14), tranne che nella palude, nel lago, nei boschi e nelle montagne.
Nei dintorni si aggirano bande di partigiani, relativamente disciplinate, con formazioni sia a piedi che a cavallo.

Nel primo pomeriggio del 28 maggio, gli Imperiali investono la cittadina di Villa del Rio. I difensori spagnoli hanno organizzato la posizione costruendo due ridotte in corrispondenza dei due ingressi in città: la porta meridionale ed il ponte della porta settentrionale.

I Guerriglieri si pongono in agguato con tre bande a piedi a Nord del fiume e con il resto (banda a cavallo guidata da DJS e 2 bande a piedi) fra la sierra e la ridotta meridionale.

Gli Imperiali formano tre gruppi d'impiego:
* Ala Destra (Claudio): II B.F. (che riunisce il 2° Rgt. Leggero Napoletano e il 2° di Nassau, con un totale di quattro battaglioni Classificati "Linea") e batteria a cavallo; sfruttando il ponte gettato dal Genio nei primi due turni, muovono per assaltare la ridotta settentrionale ed il ponte;

* Centro (Luca Marini): I B.F. (con i due Rgt. F. di Linea Napoletani, classificati "Reclute") con l'artiglieria, dirige per assaltare il tratto di mura orientali;

* Ala Sinistra (Toni): III B.F. (con i 4 Btg. D'Elite, "Veterani") rimane ferma, costituendo sia protezione sull'ala esterna che riserva per un'eventuale azione notturna o per una ripresa offensiva il giorno successivo.

La Brigata Spagnola presidia ciascuna ridotta con 1 Btg. Granatieri ("Veterani") e mezza Batteria; il Btg. Leggero ("linea") e 1 Btg. di Linea ("Reclute") presidiano il muro orientale; i rimanenti due battaglioni (1 di Linea e 1 di Granatieri) sono di riserva nel villaggio.

La manovra dell'Ala Destra Napoletana si sviluppa correttamente fino a quando la II B. non incappa nelle bande di Guerriglieri in agguato nel mulino e nella fattoria un po' più a Nord (fig.2). Ne nasce una scambio di fucileria, che costringe il Rgt. di testa (2° Leggero) ad assaltare le due costruzioni e la siepe sul bordo dei campi. Le due bande più settentrionali evadono e si ritirano sparando, ma quella nel mulino rimane imbottigliata ed è eliminata. Gli Imperiali inseguono, ma devono aprirsi in ordine aperto per permettere alla cavalleria di caricare: una seconda unità di guerriglieri è eliminata, mentre l'ultima continua l'evasione portandosi a ridosso della ridotta. La manovra è stata costosa, per i Guerriglieri, ma ha impedito gli Imperiali di portarsi sotto la ridotta prima della notte.

Sull'ala meridionale del campo di battaglia, non avviene nulla finché, nel tardo pomeriggio, il Rgt. "Maria Luisa" viene distaccato per andare ad occupare il ponte lanciato dal Genio Italiano, con una larga manovra aggirante. Ciò costringe alcuni Btg. della III B.F. a passare prudenzialmente in quadrato, togliendo loro la possibilità di essere disponibili per l'azione notturna.

Al centro, la I B.F. si avvicina cautamente alla città. Il CinC schiera l'artiglieria nel modo seguente: la batteria leggera a distanza corta dalle mura, comincia a bombardarla per aprire una breccia;la Btr. media e quella pesante formano una Grande Batterie che batte con efficacia la ridotta meridionale, provocando perdite agli Artiglieri Spagnoli. Per effetto del bombardamento, i 2 Btg. Spagnoli che presidiano le mura cominciano a soffrire delle perdite, per sono costretti ad abbandonare gli spalti e a ripararsi.Approfittando di ciò, e anche della sopravvenuta oscurità (fig.3), i Genieri (non più impegnati con il ponte) si portano sotto le mura e riescono ad aprire una larga breccia (pari al fronte di due basette), nel punto già intaccato dalla Btr. Leggera. La Grande Batterie intanto inizia a bombardare le mura a sinistra dei Genieri.

Vista la situazione, gli Spagnoli ritornano sugli spalti per colpire i Genieri al lavoro, che pagano un prezzo pesante per completare il proprio lavoro. D'altra parte, il crollo delle mura nei tratti attaccati porta ad ulteriori gravissime perdite nel Btg. "Princesa" e costringe questo ed il "Cataluña" ad una spossante azione notturna.

Al cadere della notte, le operazioni si fermano su entrambe le ali, ma non al centro. La Grande Batterie continua il bombardamento dell'angolo sud-orientale del muro, riuscendo ad aprire una seconda breccia.

Alle prime luci del 29 maggio (fig.4), la macchina da guerra imperiale si rimette in moto: Al grido di "Viva Re Giacchino", i Battaglioni delle della I B.F., recentemente ricostituiti con le reclute provenienti dalle galere di Napoli, si inerpicano sulle brecce e spingono indietro i provati Btg. Spagnoli, mandando in rotta il "Princesa".

La guarnigione della ridotta meridionale, vistasi tagliata fuori dall'azione, ripiega per dar man forte ai difensori in città. La Btr. Cav. si muove in avanti per appoggiare l'azione contro la città, ma viene colta in movimento dalla banda a cavallo di Don Julian Sanchez, che manda in rotta gli artiglieri e cattura i cannoni. Sull'ala settentrionale, la B.Cav. viene ritirata per riattraversare il ponte e fronteggiare la minaccia portata dagli ussari "Maria Luisa". Gli Ussari Spagnoli vengono affrontati dalla Cavalleria Imperiale: benché riescano a respingere e ad infliggere una cocente batosta ai Lancieri Polacchi, gli Ussari vengono a loro volta battuti dai Cavalleggeri Napoletani in supporto, e costretti a ritirarsi, inseguiti da presso. La III B.F., liberata dalla minaccia, avanza e riprende i cannoni presi dai Guerriglieri.

La II B.F. assalta la ridotta, con il 2° Leggero in ordine aperto a coprire il movimento delle colonne degli Alleati Germanici, ma l'efficace fuoco spagnolo manda in rotta entrambi i Btg. leggeri.

Mentre uno dei due Btg. leggeri riesce ad interrompere la rotta e a raggrupparsi, il 2° Nassau espugna la ridotta (fig.5), costringendo i Granatieri ed Artiglieri Spagnoli a rifluire in città, abbandonando i cannoni. Sull'impeto, i Tedeschi inseguono, ma il ponte viene fatto saltare dai difensori, infliggendo perdite ad entrambi i Battaglioni e lasciando il I sulla riva meridionale e il II su quella settentrionale. Gli Uomini del I/2° Nassau non si perdono d'animo, ed iniziano a demolire la barricata che li separa dal villaggio, mentre la I B.F. viene contrattaccata dal Btg. "Guadalajara" e dal Btg. Granatieri "Saboya/Princesa/Guadalajara/Soria". Nel frattempo, la banda di Guerriglieri a piedi superstite di combattimenti sul lato Nord del fiume, aveva ripiegato in città prima dell'assalto tedesco al ponte, ed è riuscita ad impadronirsi del convoglio, che riesce a far uscire dalla città senza opposizione da parte delle Truppe Reali. La Grande Batterie ed i Genieri, che dopo l'impegno notturno hanno recuperato la stanchezza, si rimettono in moto.

Nel corso dei confusi e sanguinosi combattimenti in città, anche il "Cataluña" viene annientato. Il I/2° Nassau, abbattuta la porta settentrionale, prende sul fianco il già provato "Saboya/Princesa/Guadalajara/Soria", che va in rotta, ma subisce poi anch'esso gravi perdite a causa della fucileria dei restanti accaniti difensori.


Nel settore Sud, i Guerriglieri si ritirano , portandosi via il convoglio. I sanguinanti squadroni di ussari spagnoli continuano a ritirarsi, contendendo aspramente il terreno ai Cacciatori Napoletani. Gli artiglieri a cavallo napoletani rientrano in possesso dei propri cannoni, riconquistati dalla III B.F., li mettono in batteria e riescono, al 20° turno, ad infliggere delle perdite alla mezza batteria spagnola che si sta ritirando dalla ridotta Sud.

Con questo ultimo atto, la Brigata Spagnola raggiunge le condizioni di rotta e la battaglia è vinta, sul filo di lana, dagli Imperiali.

Il terreno dello scontro e gli schieramenti iniziali

I Napoletani entrano dal lato Est del tavolo. Dispongono di un battaglione del Genio Italiano.
I Regolari spagnoli si schierano all'interno della cittadina, delle ridotte, o entro 10 cm. dalle predette.
I Guerriglieri si schierano ovunque, fuori dall'area di schieramento dei Napoletani.
All'interno della cittadina si trova un convoglio di munizioni di contrabbando diretto ai Guerriglieri, requisito dalle Truppe spagnole.

Ordini di battaglia

 

Imperiali

  • Una divisione rinforzata con tre Brigate di Fanteria
    (12 Battaglioni; 3 Reggimenti Napoletani e uno di Nassau);
  • Una divisione di Cavalleria
    (2 Reggimenti di cavalleria leggera, di cui 1 Napoletano e 1 Polacco);
  • 3 Batterie di artiglieria;
  • 1 Battaglione del Genio (Italiano).

Esercito Spagnolo

  • Una Brigata di Fanteria (su sei battaglioni)
  • Un Reggimento Ussari
  • Una batteria di artiglieria.
  • Guerriglieri Spagnoli
    Don Juan Sanchez (DJS) con una banda a cavallo e alcune bande a piedi di composizione varia.


Data realizzazione dello scenario: Settembre 2008

Ideatore: Falco Verna

Regolamento: Ordre Mixte

Scala: 25 mm.

Battle report a cura di: Falco Verna (testo), Falco V. (foto e grafica)

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